martedì 22 novembre 2022

Meccaniche divine

Fu mentre passeggiavo, o forse fu un sogno,
che sostai non per la fatica di quei sentieri
ma perché rapito e in preda dei miei pensieri
su una panchina, all'ombra di un castagno.
Sentivo alto e tra le foglie di quel fitto bosco
il timido rintocco di una campanella
che mi condusse ai piedi di una minuscola cappella
lì sostai perplesso e un po' commosso.
Appena fuori di quella piccola chiesetta
e il sole vicino al suo tramonto
incontrai in un campo intento nel suo lavoro
un contadino e una donnetta.
Rivolsi loro il mio saluto
e dal tono pacato della risposta
colsi certo l'invito per una sosta.
Come vecchi amici sedemmo attorno al fuoco
della sua casetta vicina a quel campo
e tra un bicchier di vino e come per gioco
portammo a galla storie senza tempo.
Avevo in tasca per le mie letture
quando tra quelle vette solevo andare
il libro Sacro delle Scritture
e perché grato a lui decisi di donare.
Tra lo stupore e l'imbarazzo
sentiva il peso di quel mio dono
e quel libro assai lontano
dal suo mondo contadino.
Ritornai lì dopo tempo e davanti a quel camino
parlò di quei vangeli con un bicchier di vino
di come riviveva in quegli scritti il quotidiano
tra gli alberi gli uccelli e il suo campo di grano
e la vigna che con maestria
anche Gesù pota per il bene umano.
Riflettevo e con l'anima rapita
dalle realtà umane insite nelle Scritture
come il contadino ne leggesse la sua vita.
Foto GN


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